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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2009

CAPITOLO 12

Il terziario - commercio e servizi

statuto

Il settore terziario, del commercio e dei servizi, cui appartiene anche il turismo[1], è come abbiamo già rilevato uno di quelli trainanti in provincia di Sondrio, con una quota significativa sul totale del valore aggiunto e con un peso rilevante anche in termini di imprese attive e di addetti, pari rispettivamente al 20% il commercio e al 34% le altre attività del terziario.

Se andiamo ad osservare la composizione del settore terziario e la sua evoluzione nell'ultimo anno, possiamo osservare che nel 2010 globalmente il settore del terziario registra un aumento dello 0,42% con riferimento al numero delle imprese registrate.

Figura 12.1 - Consistenza delle imprese registrate nel settore terziario per comparto di attività in provincia di Sondrio nel 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese

figura 12,1.jpg

 

Il commercio rappresenta, come nel 2009, il 40% delle attività del terziario, seguita da alberghi e ristoranti per una quota del 21%.

Se ci confrontiamo con la quota lombarda, vediamo che in Lombardia le imprese attive nel settore del commercio sono il 23,73% del totale, con un valore quindi per Sondrio (20,82%) leggermente inferiore a quello lombardo (che scende a 23% se si toglie il dato di Milano).

Aumenta la quota di attività immobiliari, informatica e ricerca, che sale al 7,6% (+2,01% rispetto al 2009) anche se rimane ben al di sotto della media regionale, pari al 16,5% (e che ha avuto un aumento dell'1,49% rispetto al 2009).

Significativa la quota delle attività di trasporti e magazzinaggio, pari a circa il 9% del totale.

Figura 12.2 - Situazione delle imprese registrate del settore terziario in provincia di Sondrio nel 2010 e variazione rispetto al 2009. Fonte: elaborazioni CCIAA Sondrio su dati Movimprese

12.2

 

Nel dettaglio, sono aumentate in particolare le attività legate alla sanità e altri servizi sociali, con un incremento del 9,72% rispetto al 2009. Anche le attività legate all'informatica e immobiliare sono aumentate del 3%. Una leggera riduzione invece si registra sia nelle attività legate ai trasporti sia nell'intermediazione monetaria e finanziaria sia nell'area di altri servizi pubblici e sociali.

La banca dati SMAIL, poi, ci permette di osservare l'andamento negli ultimi tre anni (2007/2009) delle unità locali e degli addetti sul territorio, che per un settore come quello del commercio e del terziario risulta particolarmente significativo.

Per quanto riguarda le unità locali con addetti presenti sul territorio, possiamo rilevare dalla figura 12.3 che il totale delle unità locali supera il valore di 10.000 ed ha avuto un incremento dell'1,57% negli anni 2007/2009. Gli incrementi maggiori a livello di attività economica si sono registrati per le attività sociali, con un aumento dell'11,48% delle unità locali con addetti e nei servizi di informazione e comunicazione, per un aumento comparabile. Una certa riduzione - intorno al 3% - si è registrata invece per attività finanziarie, immobiliare e artistiche/sportive/ di intrattenimento.

Il 40% delle unità locali con addetti è relativo al commercio all'ingrosso e dettaglio, mentre il 20% a attività legate ai servizi di alloggio e ristorazione.

Figura 12.3 - Unità locali con addetti - settore terziario - anni 2007-2009 e variazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

12.3

 

Andando poi ad osservare la variazione negli addetti, ricordando che in SMAIL gli addetti sono gli occupati e quindi la somma di imprenditori e dipendenti, l'evoluzione è rappresentata nella tabella seguente. Il totale degli addetti nel terziario supera le 30.000 unità ed è passato da 30.435 nel 2007 a 32.028 a dicembre 2009, con un incremento del 5,23%. L'incremento maggiore si ha nelle attività di alloggio e ristorazione e nel settore dell'istruzione, mentre un sensibile calo si osserva nelle attività immobiliari e poi anche nelle attività artistiche e di intrattenimento e - meno - nei trasporti. Ricordiamo che gli addetti nel settore terziario sono circa il 55% del totale degli addetti[2].

Figura 12.4 - Addetti - settore terziario - anni 2007-2009 e variazione. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

12.4

 

Il settore del commercio - Andamento 2010

Per quanto riguarda il 2010, possiamo rilevare intanto che, come osservato nel capitolo 2, i consumi reali sono rimasti sostanzialmente fermi e si prevede che il ritorno ai livelli precrisi non avverrà prima della fine del 2014, secondo una stima elaborata dall'Ufficio Studi di Confcommercio. Lo stesso Ufficio Studi ha anche stimato che, oggi, a parità di potere d'acquisto, ogni cittadino italiano ha 570 Euro all'anno in meno rispetto all'inizio del 2007. Da inizi 2007 al secondo trimestre 2009 (il minimo registrato durante la crisi) i consumi a livello nazionale hanno registrato una riduzione complessiva del 4,3%. E' nota la dinamica secondo cui senza lo stimolo della domanda interna e dei consumi, che non si riescono a consolidare anche per le difficoltà crescenti sul fronte del mercato del lavoro e della disoccupazione[3], anche le imprese tenderanno a ridurre investimenti e anche la loro domanda di lavoro e di nuove risorse da impiegare.

A livello regionale e locale, poi, l'andamento del settore commercio e servizi è stato monitorato nell'ambito delle attività di informazione economica di Unioncamere Lombardia, attraverso un'indagine campionaria. Secondo questo quadro nel 2010 gli indicatori congiunturali rilevati trimestralmente restituiscono l'immagine di un settore del commercio con dati negativi a livello tendenziale, con una situazione più difficile di quella registrata nei diversi trimestri del 2009, anche se l'ultimo dato registrato è meno negativo di quello registrato nel periodo precedente (-1,21 a fronte di -2,04). A livello di variazione congiunturale, la situazione presenta invece dati positivi nel terzo trimestre, ma con una variazione congiunturale che torna negativa a fine anno[4].

Figura 12.5 - Indicatori volume d'affari - commercio - Anni 2009 - 2010. Fonte: Unioncamere Lombardia

12.5

 

Rispetto agli ordini ai fornitori, le tabelle seguenti mostrano sia le variazioni congiunturali sia quelle tendenziali. Quanto ai primi possiamo osservare che nel 2010 la situazione è migliorata rispetto al 2009 (nei confronti trimestre su trimestre precedente) e gli ordini restano stabili per circa il 45% delle imprese intervistate, mentre diminuiscono per il 35%, dato che era superiore al 40% e aveva raggiunto punte del 45% e 54% nel 2009.

Figura 12.6 - Ordini ai fornitori - variazione congiunturale. Fonte: Unioncamere Lombardia

12.6

 

Considerando invece le variazioni tendenziali, osserviamo che i dati vanno migliorando nel corso del 2010: a inizi 2010 per la metà delle imprese intervistate gli ordini erano in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2009 mentre a fine 2010 sono il 28,5% le imprese che registrano ordini in diminuzione a livello tendenziale.

Figura 12.7 - Ordini ai fornitori - variazione tendenziale. Fonte: Unioncamere Lombardia

12.7

 

Per quanto riguarda la dinamica dell'occupazione nel commercio, secondo i dati campionari dell'indagine congiunturale effettuata, il saldo nel 2010 è positivo in ogni trimestre e a fine anno il tasso di ingresso è più alto di quello d'uscita con un saldo del 7,5%.

Figura 12.8 - Indicatori congiunturali occupazionali - commercio. Fonte: Unioncamere Lombardia

12.8

 

Considerando poi i dati dell'Osservatorio nazionale del commercio[5] presentati nella figura 12.9, dove è riassunta la superficie totale degli esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa, si rileva che rispetto al totale degli esercizi, il 92,86% è di esercizi di vicinato, il 6,84% di medie strutture di vendita ed il resto (lo 0,3%) di grandi strutture. Riguardo alla superficie totale si rileva un aumento dello 0,87% rispetto alla fine del 2009 per gli esercizi di vicinato mentre quella delle medie e delle grandi strutture di vendita rimane invariata.

Figura 12.9 - Superficie totale imprese del settore commercio nel I semestre 2010 - ultimi dati disponibili - per la provincia di Sondrio. Fonte: Osservatorio nazionale commercio

12.9

 

Relativamente al settore del commercio, gli investimenti delle imprese effettuati nel 2010 sono stati nel 68,7% dei casi superiori a quelli effettuati nel 2009, con una previsione di investimenti maggiori per il 2011 nel 75% dei casi. Possiamo osservare che nella ripartizione degli investimenti, circa il 40% degli investimenti è stato in macchinari e il 16% in fabbricati.

 

Il settore dei servizi - Andamento 2010

Per quanto riguarda l'andamento nel settore dei servizi[6], nel 2010 il volume d'affari registra dati che sono segno di incertezza nella ripresa. Infatti, dal punto di vista congiunturale la variazione sembra tornare positiva in estate per registrare però ancora dati negativi a fine anno. Dal punto di vista tendenziale le variazioni sono tutte negative - nel confronto col 2009 - tranne che per il secondo trimestre 2010, con dati a fine anno in peggioramento. Se consideriamo le attività economiche, dati a livello tendenziale positivi si rilevano soltanto per costruzioni e commercio all'ingrosso (con variazioni tendenziali vicine allo 0), mentre per gli altri settori si registrano variazioni tendenziali negative.

Figura 12.10 - Indicatori volume d'affari - servizi - Anni 2009 /2010. Fonte: Unioncamere Lombardia

12.10

 

Osservando i dati occupazionali, il settore dei servizi ha registrato, dal secondo trimestre 2010 saldi negativi, comunque a fine 2010 in riduzione rispetto ai due periodi precedenti, con dati quindi sempre meno negativi.

Figura 12.11 - Indicatori occupazionali - servizi - Anni 2009 - 2010. Fonte: Unioncamere Lombardia

12.11

 

Osservando, limitatamente ai dati disponibili e all'indagine effettuata, le attività economiche, chi risente in particolare di questa riduzione negli occupati sono le costruzioni (-12%), mentre alberghi e ristoranti, che avevano registrato un dato fortemente negativo nel trimestre precedente, segnano ora un dato positivo - in concomitanza con la stagionalità del settore nel trimestre finale dell'anno e l'avvio della stagione turistica - pari a +13,5%[7].

Per quanto riguarda gli investimenti nel settore dei servizi, considerando il campione oggetto dell'indagine di Unioncamere, per le imprese che hanno investito, nei due terzi dei casi gli investimenti sono stati maggiori che nel 2009 e hanno riguardato per il 37% macchinari, per il 20% fabbricati e per l'11% informatica.

Se osserviamo poi i risultati dell'indagine congiunturale sull'andamento delle imprese del terziario avanzato della provincia promossa da Confindustria Sondrio, possiamo vedere che, pur con un campione di imprese limitato (23 imprese), il 74% delle imprese intervistate ha incrementato il fatturato nel corso del 2010 e il 61% si aspetta un'ulteriore crescita per il 2011, mentre solo il 4% dichiara una contrazione nelle vendite. Altrettanto positive le indicazioni raccolte sui margini operativi: la metà delle aziende ha accresciuto i profitti nel 2010 e il 35% prevede un ulteriore miglioramento nell'anno in corso. Il 74% degli intervistati ha dichiarato di avere in corso progetti innovativi in diversi settori: dall'e-commerce alla comunicazione online, dal network marketing alla formazione, dalla sostenibilità al facility management, dalle risorse umane all'ottimizzazione dei processi[8]. Con riferimento alla crescente terziarizzazione non solo della nostra provincia legato ad una sempre maggiore importanza del settore dei servizi che determinano una forte crescita di produttività e crescita occupazionale, a livello di Paesi OCSE si evidenzia che i servizi sono sempre più drivers importanti della crescita economica. Anche dal punto di vista dell'innovazione, le imprese nel terziario stanno diventando sempre più innovative e caratterizzate da attività "knowledge intensive", in particolare per servizi quali l'intermediazione finanziaria e i servizi alle imprese.

A diversi livelli quindi si evidenzia un'attenzione particolare volta a favorire l'innovazione settoriale nei servizi tenendo conto delle specificità che la differenziano dall'innovazione messa in atto nel comparto manifatturiero, prima fra tutti la preminenza dell'acquisizione di conoscenza da fonti esterne rispetto ad attività di R&S che sono invece base per l'innovazione nell'industria, seguita dal ruolo sempre più fondamentale e critico di risorse altamente qualificate su cui le imprese di servizi si appoggiano. L'innovazione nei servizi spesso è ancora percepita in forma non chiara ed è per questo che a livello generale sarebbe utile uno sforzo di comunicazione maggiore su iniziative politiche e programmi per l'innovazione nei servizi, che la stessa Commissione Europea vede quale strumento potenzialmente fondamentale per portare ad una vera e diffusa innovazione a 360 gradi.

 

I prezzi al consumo

Nel quadro del commercio e dei servizi è importante considerare l'attività di rilevazione dei prezzi al consumo che è stata messa in atto dalla Camera di Commercio di Sondrio, finanziata dall'Unione italiana delle Camere di Commercio ed effettuata in collaborazione con la Camera di Commercio di Monza e Brianza che pure non dispone di rilevazioni ufficiali Istat. L'obiettivo del progetto è quello di andare a colmare un vuoto informativo dovuto alla mancanza del capoluogo provinciale dalle rilevazioni Istat fornendo delle informazioni sin qui non disponibili. A gennaio e a luglio 2010 sono quindi state effettuate rilevazioni dei prezzi al consumo per un paniere di beni a elevato valore simbolico con metodologie analoghe a quelle utilizzate nelle rilevazioni ufficiali Istat sul territorio nazionale. L'iniziativa ha così permesso di allineare Sondrio al resto delle città italiane capoluogo di provincia che, periodicamente, effettuano rilevazioni dei prezzi al consumo e calcolano le variazioni della spesa alimentare nell'ottica di una maggiore trasparenza sia nei confronti dei consumatori sia delle imprese.

Per la rilevazione di gennaio e per quella di luglio, l'Ente camerale, con il coordinamento scientifico di una società specializzata, Ref, ha rilevato complessivamente oltre 2000 quotazioni di prezzo. Il monitoraggio semestrale ha riguardato i beni di largo consumo con specifico riguardo ai prodotti a basso valore unitario con elevata frequenza di acquisto: un paniere di 21 prodotti (18 alimentari e 3 per la cura della persona e della casa) per i quali le famiglie italiane spendono circa 2000 Euro all'anno secondo l'Istat. Si tratta di prodotti quali pane, acqua minerale, pollo, latte fresco, prosciutto, biscotti, caffè, shampoo e detersivo. Le rilevazioni di prezzo sono state effettuate in 30 punti vendita tra ipermercati, supermercati, hard discount, dettaglio tradizionale, panetterie e macellerie ubicati a Sondrio e in alcuni comuni limitrofi.

Sondrio si colloca a metà classifica tra le province lombarde con prezzi soltanto lievemente più alti della media regionale (+1,5%). Milano è la più cara e Lodi la più economica. A Sondrio alcuni prodotti risultano più cari della media lombarda e altri invece costano meno. Un litro di latte fresco, ad esempio, costa 1,49 euro a Sondrio, poco sopra la media, contro l'1,58 di Lecco e l'1,30 di Lodi. L'offerta comunque è ampia e i consumatori possono scegliere tra diverse scale di prezzo.

Confrontando la rilevazione dei prezzi di gennaio e quella di luglio, si osserva che nel semestre si è verificata una diminuzione dei prezzi quasi impercettibile pari allo 0,4%, peraltro in linea con un'inflazione alimentare praticamente nulla a livello nazionale, prima dei rincari delle materie prime che si sono registrati nel secondo semestre 2010 e i cui effetti dovranno essere monitorati nelle successive rilevazioni.

A luglio si sono aggiunte anche rilevazioni su alcuni servizi; le rilevazioni sono state effettuate in 11 pizzerie campione situate a Sondrio e nei comuni limitrofi e in 20 bar del solo capoluogo su 10 servizi tra cui caffè, aperitivo, spremuta, toast, birra, pasto in pizzeria. Sondrio risulta meno cara della media lombarda per caffè e aperitivo: il caffè costa 1 centesimo in meno, 20 centesimi in meno il toast e 29 l'aperitivo. Per quanto riguarda le pizzerie, quelle di Sondrio risultano fra le più economiche della Lombardia dopo quelle di Brescia: un pasto[9] costa in media 7,83 Euro contro gli 8,67 della media regionale, pari al 9,7% in meno.

 

Le cooperative sociali

A scopo di premessa, si ritiene opportuno ricordare che esistono fondamentalmente due tipi di cooperative sociali, quelle che si occupano della gestione di servizi socio-sanitari, assistenziali ed educativi (cooperative di tipo A) e quelle che svolgono attività diverse - agricole, manifatturiere, commerciali o di servizi - finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate (cooperative di tipo B). Per Statuto hanno lo scopo di perseguire l'interesse della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini. Le cooperative sociali possono agire anche in forma consorziata: a Sondrio si rileva la presenza del consorzio Sol.Co. Ricordiamo anche che la gestione dell'Albo Regionale delle cooperative sociali è stata affidata alle Province con D.G.R. n 5536 del 10 ottobre 2007.

Figura 12.12 - Cooperative della provincia di Sondrio iscritte all'albo regionale delle cooperative sociali. Fonte: Regione Lombardia Albo cooperative sociali

12.12

Osservando la figura 12.12 possiamo notare che al 31 dicembre 2010 risultano iscritte all'albo 37 cooperative sociali, 5 cooperative in più rispetto alla fine del 2009; di queste 4 cooperative sociali di tipo A e 1 di tipo B. Il totale regionale delle cooperative sociali è di 12.790, di cui il 65,14% di tipo A e il 31,95% di tipo B (le cooperative di tipo C a livello regionale sono il 2,91%). Si conferma così la tendenza della risposta della cooperazione sociale alla domanda di servizi di tipo socio assistenziale.

Figura 12.13 - Cooperative della provincia di Sondrio iscritte all'albo regionale delle cooperative sociali. Periodo di iscrizione. Fonte: Regione Lombardia Albo cooperative sociali

12.13

 

La figura 12.13 presenta la fotografia delle cooperative iscritte all'albo per periodo di iscrizione.

La figura 12.14, invece, mostra la distribuzione delle cooperative sociali sul territorio provinciale.

Possiamo osservare che il maggior numero di cooperative sociali è nel mandamento di Sondrio, seguito a stretto giro da Morbegno e dall'Alta Valtellina. Nel mandamento di Tirano e in quello della Valchiavenna si hanno 5 cooperative sociali ciascuno.

Figura 12.14 - Distribuzione territoriale delle cooperative della provincia di Sondrio. Fonte: Regione Lombardia - Albo Cooperative Sociali

12.14

 

Rispetto all'anno precedente le cooperative sociali hanno registrato un incremento soprattutto nel mandamento di Bormio e Alta Valtellina, dove sono passate da 5 a 8, e a seguire a Sondrio, dove sono passate da 8 a 10. A Tirano e a Morbegno l'aumento è stato di una cooperativa sociale ciascuno mentre il totale delle cooperative sociali nel mandamento di Chiavenna è rimasto invariato. La figura 12.15 permette di apprezzare le principali aree di intervento dichiarate dalle 24 cooperative di tipo A e dalle 12 cooperative di tipo B della provincia di Sondrio iscritte all'Albo regionale delle cooperative sociali. Possiamo rilevare, come già osservato in precedenti edizioni della presente relazione, una prevalenza legata ad interventi con disabili, minori ed anziani, seguite da azioni di carattere educativo ed orientate alla famiglia, per quanto riguarda le attività di tipo socio assistenziale, mentre per le attività di integrazione di cittadini svantaggiati la preminenza è per azioni di pulizia e manutenzione del verde.

Figura 12.15 - Principali aree di intervento delle cooperative sociali della provincia di Sondrio. Fonte: Regione Lombardia - Albo Cooperative Sociali

12.15

 

Se si sposta l'attenzione alla componente associativa delle cooperative sociali, è possibile rilevare che queste raccolgono 854 soci, con un aumento del 17,15% rispetto all'anno precedente; di questi la componente femminile è molto alta (63% sul totale, anche se in calo rispetto al 2009). Se scomponiamo il dato per i suoi singoli fattori notiamo che la maggior parte - 605 - è socio di una cooperativa di tipo A, mentre i restanti 249 sono soci di una di tipo B. All'interno del primo gruppo le donne sono il 72,2%, con una riduzione rispetto al 2009 quando le donne socie di una cooperativa di tipo A erano il 79%. I soci si suddividono in "cooperatori lavoratori", "fruitori", "volontari", "sovventori" e "altro". La preminenza nelle cooperative di tipo A è per i soci "cooperatori lavoratori" (il 45% del totale), seguita da "altre cariche" (31% del totale). Nelle cooperative di tipo B gli uomini sono il 52,6% del totale con un aumento dell'1,76% rispetto al 2009. Anche nelle cooperative di tipo B la categoria più numerosa è quella di "altre cariche", seguita a stretto giro dai soci "cooperatori lavoratori", per quote rispettivamente del 40% e del 37,4%.

 

I riferimenti nello Statuto Comunitario e qualche confronto con le province alpine

Ricordiamo che lo Statuto Comunitario per la Valtellina considera fra i settori trainanti per l'economia locale il settore turistico e il comparto agroalimentare, insieme a settori quali il commercio, l'edilizia ed il terziario avanzato[10]. Se proviamo a fare alcune riflessioni in ottica di confronto fra le varie province alpine in questo ambito possiamo osservare che il settore del commercio riveste una quota significativa di imprese attive in tutti i sistemi territoriali considerati: le imprese del commercio sono infatti il 25% delle imprese attive nel Verbano - Cusio - Ossola, il 23% a Belluno, il 20% a Sondrio. Seguono Aosta, Trento e Bolzano con quote comprese fra il 18% e il 15% del totale delle imprese attive, come evidenziato nella figura seguente.

Figura 12.16 - Le imprese attive nel settore del commercio nelle province alpine (2010) - % sul totale imprese attive. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese

12.16

Se consideriamo poi le attività di servizi escludendo il settore di alloggi e ristorazione - trattato nel capitolo seguente - osserviamo che queste rappresentano circa il 20% delle imprese attive in tutte le aree considerate, a dimostrazione quindi di una elevata terziarizzazione dei territori considerati, in linea con la tendenza generale che si riscontra a livello globale.

Figura 12.17 - Le imprese attive del settore dei servizi (esclusi alloggi ed altre attività di ristorazione) nelle province alpine (2010) - % sul totale imprese attive. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Movimprese

12.17

 

La preminenza che il settore terziario ha nella determinazione del valore aggiunto è manifestazione dell'elevata terziarizzazione, appena citata. Infatti, come evidenziato dalla figura seguente, si può osservare che il settore dei servizi "produce" oltre il 70% del valore aggiunto provinciale ad Aosta, Bolzano, Trento e Verbania. Il dato scende per Sondrio dove rappresenta il 64,6% del totale e per Belluno, dove è al di sotto del 60% (anche a seguito della importante vocazione industriale del territorio locale).

Figura 12.18 - Valore aggiunto a prezzi correnti per il settore dei servizi (2008). Dati in % sul totale del valore aggiunto. Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

12.18

 

*

NOTE

  • [1] Per il turismo cfr. capitolo 13

    [2] Rilevati secondo la metodologia SMAIL, il totale è di 58.170; nella presente estrazione i lavoratori interinali sono esclusi

    [3] Cfr. capitolo 6; dati Banca d'Italia

    [4] Nell'indagine effettuata da Unioncamere Lombardia nell'ultimo trimestre 2010 hanno risposto 50 imprese, pari al 79,4% del campione

    [5] Dati al primo semestre 2010

    [6] 63 imprese intervistate pari al 24% del campione

    [7] Dati indagine congiunturale Unioncamere Lombardia

    [8] Dati Confindustria Sondrio - Terziario avanzato

    [9] Per il pasto sono state considerate pizza Margherita, bibita, coperto

    [10] Cfr. "Statuto Comunitario per la Valtellina"; op.cit, pag. 10