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Relazione sull'andamento economico della provincia di Sondrio - 2010

CAPITOLO 6

Il capitale umano: formazione e lavoro

statuto

La formazione è il processo attraverso cui, grazie a sempre nuove conoscenze, abilità esperienze, ogni persona cresce e si rende sempre più compiuta e realizzata nel risolvere i problemi che la realtà e la società le pongono. Ed è in questo senso che è molto importante parlare di life - long learning perché la formazione se ha un inizio, non ha una fine o non dovrebbe averlo, nel senso che continua lungo tutta la vita, anche se gli anni dell'età evolutiva e quelli della formazione universitaria sono importanti perché gettano le basi perché ciò possa avvenire.

La formazione è venuta assumendo un ruolo sempre più centrale. Dagli anni '60 gli economisti americani Schultz e Becker hanno introdotto anche il concetto di capitale umano per definire la capacità professionale di un individuo, e in quanto capitale, accrescibile con opportuni investimenti che dovrebbero garantire per il futuro maggiore redditività e maggiori redditi. Ogni Paese, ma anche ogni territorio attento al proprio sviluppo, non può dimenticarsi del fatto che investire nella formazione e quindi nella valorizzazione del capitale umano, da un lato, e nell'individuazione e offerta di opportunità occupazionali in linea con le competenze acquisite con la formazione continua, dall'altro, diventa strategico per il proprio sviluppo socio-economico.

 

La situazione sul fronte della formazione

Osservando la formazione soprattutto nei suoi aspetti di stretta connessione al mercato del lavoro, ci concentriamo sulle caratteristiche dell'offerta formativa delle scuole secondarie superiori in provincia (senza considerare le riforme in atto).

Per quanto riguarda i cicli precedenti la scuola secondaria superiore, riportiamo soltanto il dato relativo al numero di alunni per insegnante: questo dato è per la scuola dell'infanzia pari a 22,6 bambini per insegnante, per la scuola primaria pari a 17, per la scuola secondaria di primo grado a 20,8.

Per la scuola secondaria superiore il rapporto studenti per insegnante è di 21,6. In tutti i casi i rapporti registrati a Sondrio sono quelli più bassi a livello lombardo; questa nota è molto positiva e indice di una relazione studente/insegnante capillare sul territorio, con una buona disponibilità di docenti.

Figura 6.1 - Numero di alunni e classi della scuola secondaria di II grado statale per tipologia di istituto. Anno scolastico 2009/2010 Fonte: Istituto Tagliacarne

6.1

 

Osserviamo che il 40% degli studenti frequenta istituti tecnici, il 28% circa istituti professionali e il 25% il liceo, per l'80% dei casi liceo scientifico.

Gli iscritti alle scuole secondarie in Lombardia all'anno 2009/10[1], sono 338.885 (+1,8% rispetto allo scorso anno), di cui 131.266 agli istituti tecnici (+0,9%) e 73.794 agli istituti professionali (+3,2%). Gli iscritti al V anno (i diplomandi) sono 54.369 (+2,7%), di cui il 42,3% agli istituti tecnici. La percentuale di diplomandi tecnici e di licenziandi degli istituti provinciali sul totale è più elevata nelle province di Milano, Bergamo, Brescia e Varese. L'anno prima i diplomati tecnici erano percentualmente più numerosi oltre che a Milano, a Mantova, Lodi, Lecco; mentre i licenziandi degli istituti professionali erano più numerosi a Pavia, Sondrio, Cremona, Brescia e Bergamo. Per quanto riguarda gli iscritti al V anno (i diplomandi) a Sondrio, nel 2009/2010 sono stati 1.264 di cui il 41% agli istituti tecnici e il 23,6% a quelli professionali.

Altre osservazioni possono essere fatte a partire dalla ripartizione della popolazione (sopra i 15 anni) per massimo titolo di studio conseguito. Vediamo che poco meno del 38% della popolazione ha un diploma di scuola media superiore, meno di una persona su dieci ha un titolo di studio universitario, circa il 29% della popolazione ha licenza media. Quasi una persona su quattro ha solo la licenza elementare.

Con riferimento agli iscritti all'università, possiamo osservare che il totale degli iscritti aumenta passando da 623 a 658. Le aree prevalenti restano quelle identificate già nella precedente edizione della Relazione, con una preminenza per ingegneria e economia, seguita da medicina e lettere. Un peso significativo registrano anche scienze dell'informazione e scienze matematiche.

Figura 6.2a - Aree disciplinari prevalenti per studenti valtellinese iscritti all'Università. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Ministero Istruzione Università e Ricerca

6.2a

 

Sul fronte formativo, poi, è interessante notare come la quota di laureati a Sondrio sia simile a quella di altre province lombarde come Brescia e Lecco, che hanno anche poli universitari importanti presenti nel capoluogo di provincia. Questo vuol dire che i residenti a Sondrio per conseguire un titolo universitario non rinunciano alla loro scelta che si accompagna alla necessità di doversi spostare nella città sede di ateneo prescelta.

Figura 6.2b - Popolazione di 15 anni e oltre classificata per massimo titolo di studio conseguito. Media 2008. Fonte: elaborazioni Istituto Guglielmo Tagliacarne

6.2b

 

La situazione nel mercato del lavoro

In provincia di Sondrio la forza lavoro nel 2010 era composta, secondo l'elaborazione dell'Istituto Tagliacarne su dati Istat da 83.900 persone, di cui 78.400 occupati; di questi 51.100 nei servizi, 15.400 nell'industria in senso stretto e 10.100 nelle costruzioni. Gli occupati in agricoltura sono invece 1.700. Gli occupati stranieri rappresentano il 4,8% del totale degli occupati[2], a fronte di una media lombarda dell'11%. Aumenta il dato relativo alle persone in cerca di occupazione, che passa da 4.000 del 2009 a 5.000 del 2010[3].

Nel 2010 il tasso di occupazione è pari al 64,3% in calo rispetto al 2009. Il tasso di occupazione segna un calo anche a livello regionale ed italiano, ma con un valore che scende di più a Sondrio che altrove: in provincia di Sondrio infatti il tasso di occupazione passa da 66% a 64,3%. Il dato registrato nel 2010 a livello lombardo è più alto che a Sondrio, mentre nel 2009 erano invertiti. In Lombardia l'effetto della crisi sull'occupazione si è quindi fatto sentire prima che nella nostra provincia.

Figura 6.3 - Tasso di occupazione - Serie storica 2004-2010 - Sondrio Lombardia e Italia. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat per il periodo 2004-2009 e elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat per il 2010

fig 6,3

 

Che a Sondrio l'effetto della crisi si sia fatto sentire dopo che altrove è confermato se osserviamo i dati sul tasso di disoccupazione. In provincia di Sondrio il tasso di disoccupazione è passato dal 4,4% nel 2009 al 6,5% nel 2010. A livello lombardo invece, il tasso di disoccupazione è rimasto pressoché stabile, passando dal 5,4% al 5,6%, mentre è aumentato a livello italiano, passando dal 7,8% all'8,4%. Possiamo osservare quindi che Sondrio registra di fatto quell'aumento nel tasso di disoccupazione che altri sistemi territoriali hanno registrato nel 2009 e che a Sondrio non si erano ancora sentiti, anche per la presenza degli ammortizzatori sociali e per una limitata internazionalizzazione che può aver limitato e posticipato per certi versi un'importazione più "immediata" della crisi.

Figura 6.4 - Tasso di disoccupazione - Serie storica 2004-2010 - Sondrio Lombardia e Italia. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Istat per il periodo 2004-2009 e elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat per il 2010

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Secondo i dati resi disponibili dalla Provincia di Sondrio, poi, il dato di stock al 31 dicembre 2010 relativo al numero di persone in cerca di lavoro transitate dai Centri per l'impiego sul territorio provinciale è di circa 13.000 persone, sostanzialmente ripartite in modo equo fra maschi e femmine e di questi il 71% con età superiore ai 25 anni. Per avere un'idea dell'evoluzione di questo dato negli ultimi anni possiamo osservare la figura seguente. Possiamo rilevare che dal 2008 al 2009 c'è stato un aumento del 12% mentre dal 2009 al 2010 l'incremento è stato del 7,6%.

Figura 6.5 - Stock delle persone immediatamente disponibili al lavoro. Anni 2007-2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati Provincia di Sondrio

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Se si effettua poi la differenza fra i lavoratori avviati e quelli cessati nel 2010, si osservare che i lavoratori cessati superano quelli avviati di 937 unità, ascrivibile anche all'effetto della crisi sul mercato del lavoro[4].

Considerando poi la nazionalità dei lavoratori avviati, possiamo osservare sul totale dei lavoratori avviati - dati di flusso - l'82,3% è relativo a cittadini italiani, il 17,3% a cittadini extracomunitari e lo 0,4% a cittadini comunitari.

Riguardo alle principali nazionalità rappresentate oltre a quella italiana, possiamo osservare che il 5% circa di lavoratori avviati è rappresentato da cittadini rumeni, il 2% da lavoratori di nazionalità marocchina e l'1,5% da lavoratori di nazionalità albanese.

Come accennato nel capitolo 3, a partire da quest'anno, la Camera di Commercio di Sondrio si è dotata di uno strumento innovativo che offre informazioni statistiche e tempestivamente aggiornate sulla struttura e sulla dinamica economica della provincia. SMAIL - Sistema di Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro - contiene dati in serie storica su fenomeni non analizzabili con altre fonti statistiche, consentendo di conoscere, a una data di riferimento abbastanza recente, la composizione del sistema produttivo e del mercato del lavoro locale con il massimo dettaglio settoriale e territoriale, potendo disporre anche di dati riferiti ai singoli comuni.

Nei vari capitoli andremo a offrire uno sguardo alla situazione dell'occupazione per comparto e alla localizzazione sul territorio; qui consideriamo un quadro generale sull'occupazione e sulla struttura in provincia anche con indicazione per genere e per classe di età, chiavi di lettura molto utili in ordine alla conoscenza di fenomeni quali la quota di occupazione femminile e giovanile nei diversi settori.

Figura 6.6 - Prospetto riepilogativo dati SMAIL in sintesi. Fonte: SMAIL

6.6

(1) Per le imprese con unità locali in altre province la dimensione è calcolata sul numero di addetti in provincia

(2) Energia elettrica, gas, acqua, ambiente

(3) Servizi prevalentemente rivolti alle imprese (Ateco2007 da 58 a 82); sono qui compresi gli interinali

 

La figura 6.6 mostra che nel periodo 2007/2009 gli addetti delle unità locali presenti sul territorio sono aumentati circa dello 0,8% mentre i dipendenti dell'1,4%. C'è stata invece, anche ascrivibile alla difficile congiuntura, una notevole riduzione nel ricorso al contratto interinale con un calo del 40% circa. Andando ad osservare la situazione nei vari comparti possiamo notare che si riducono del 5% gli addetti nel settore delle costruzioni, uno di quelli che ha risentito di più della crisi, valore che passa a -6,5% nelle imprese artigiane di costruzioni. Nell'industria manifatturiera si registra una riduzione complessiva di addetti pari al 4,4% che migliora nel caso dell'artigianato manifatturiero dove la riduzione è stata del 3,4%. I servizi aumentano i propri addetti per un valore pari al 4,6% che sale all'11,7% nel turismo.

Questi dati sono in linea con la situazione registrata a livello congiunturale secondo cui anche nel periodo più buio della crisi (2009) il turismo ha comunque "tenuto" registrando aumenti di arrivi e presenze intorno all'1%, sia pur con una leggera erosione della permanenza media, mentre industria manifatturiera e costruzioni hanno subito l'impatto della crisi, a partire dalla seconda parte del 2008 in avanti. Sarà importante poi monitorare l'andamento della situazione anche con i dati relativi al 2010 quando disponibili per i singoli comparti.

Figura 6.7 - Addetti per settore di attività. Dicembre 2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

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La figura 6.7 offre invece la ripartizione percentuale degli addetti per settore al dicembre 2009, confermando la preminenza del terziario. Se, infatti, il terziario[5] rappresenta circa oltre il 50% delle imprese attive, rappresenta anche il 55% del totale degli addetti. L'industria, invece, che rappresenta circa il 10% del totale delle imprese attive, ha una quota totale di addetti pari al 25% del totale.

La figura 6.8 poi permette di apprezzare la distribuzione degli addetti per sezione di attività economica, mostrando la preminenza del numero di addetti nelle attività manifatturiere, seguita dal commercio, dalle attività di alloggio e ristorazione e poi dal settore delle costruzioni. Un certo rilievo in termini di numero di addetti si registra anche per la sanità e per le attività finanziarie e assicurative.

Figura 6.8 - Addetti alle imprese attive per sezione di attività economica. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL 2010

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Figura 6.9 - Addetti per forma giuridica dell'impresa. Dicembre 2009. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

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La figura 6.9 permette invece di avere un altro dato interessante, quello relativo agli addetti per forma giuridica dell'impresa, secondo cui circa il 24% degli addetti è occupato presso una ditta individuale, il 23% presso società di persone e il 43% presso società di capitali (con prevalenza delle srl rispetto alle spa).

Se osserviamo poi l'andamento dell'occupazione[6] negli anni 2007/2009 nei principali comuni, quelli di mandamento, possiamo osservare che l'occupazione è cresciuta a Bormio del 5%, a Morbegno del 3%, a Chiavenna e a Sondrio del 2%, mentre si è ridotta a Tirano del 3,3%.

Andando poi a considerare gli addetti per genere nei vari settori, dalla figura seguente possiamo osservare che quelli dove le donne detengono una quota maggiore sono le attività di servizi, in particolare la sanità, l'istruzione, i servizi all'impresa e il turismo con i servizi di alloggio e ristorazione, seguito dal commercio. Significativa è anche la presenza femminile nell'agricoltura, mentre si riduce nelle attività finanziarie, per scendere nell'industria manifatturiera - in particolare metalmeccanico - e nelle costruzioni, settore meno propenso ad acquisire addetti donne, con il valore più basso di addetti donne, pari al 6% del totale degli addetti del settore.

Figura 6.10 - Numero di addetti femmine per sezione di attività economica e % sul totale addetti. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

6.10

 

Dal punto di vista dell'età degli addetti, dalla figura 6.11a possiamo osservare che la quota maggiore di giovani si trova nelle attività manifatturiere - in particolare nelle industrie alimentari, nella fabbricazione di prodotti in metallo, nella produzione di macchinari e nell'industria del legno (vedi figura 6.11b) - seguita da commercio, turismo e costruzione di edifici. Gli addetti al di sotto dei 35 anni sono 19.810 e pari al 34% del totale degli occupati.

Gli occupati dai 35 ai 54 anni rappresentano più della metà del totale degli occupati; i settori dove sono più presenti, anche qui, sono il manifatturiero, il commercio al dettaglio e le costruzioni. Gli occupati con età dai 55 ai 65 anni sono impegnati in particolare nelle costruzioni, nel turismo e nell'industria (con una presenza significativa nel settore dell'industria alimentare).

Figura 6.11a - Addetti per attività economica e per classe di età degli addetti. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

6.11a

 

Figura 6.11b - Addetti sotto i 35 anni nell'industria manifatturiera (%). Fonte elaborazione CCIAA Sondrio su dati SMAIL

6.11b

 

La Cassa Integrazione Guadagni

La Banca d'Italia ha rilevato che nel 2010 le ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) autorizzate dall'INPS sono cresciute del 31,7% rispetto all'anno precedente. Gli ultimi mesi dell'anno hanno però registrato una inversione di tendenza. Nell'ultimo trimestre del 2010 le ore autorizzate sono diminuite dell'11,4% sul periodo precedente (al netto dei fattori stagionali); il calo, più marcato nella componente ordinaria, ha riguardato anche quella in deroga e quella straordinaria. La riduzione nell'industria in senso stretto è stata del 14,8%, mentre nel comparto delle costruzioni il ricorso alla CIG è ulteriormente cresciuto, del 5,6%.

In Lombardia, la CIG ha riguardato in media il 3,3% delle ore lavorate.

Nel 2010 a Sondrio le ore autorizzate di integrazione salariale totali sono 1.471.034 con un aumento del 18,9% rispetto all'anno precedente. La ripartizione fra i diversi settori rileva il 62% all'industria, 26% per l'edilizia (11% del totale nel trimestre precedente), 5% per commercio e terziario e 6% per altre attività in deroga.

Osservando nello specifico le dinamiche nei vari settori, si rileva che:

  • nel settore edilizio, le ore autorizzate aumentano rispetto al 2009, passando da 346.942 nel 2009 a 386.566 nel 2010 (+11,4%);
  • per l'industria, le ore totali autorizzate nel 2010 aumentano del 6,7% rispetto al 2009, passando da 860.152 nel 2009 a 917.632 nel 2010;
  • per il terziario si registrano 71.804 ore che segnano un valore che è più di venti volte superiore a quello registrato nel 2009 e pari a 3.172;
  • aumentano verticalmente anche le ore autorizzate per altre attività in deroga, che passano da 8.611 nel 2009 a 95.032 nel 2010, con un aumento quindi di oltre dieci volte fra 2009 e 2010.

La figura 6.12 mostra l'andamento delle ore di integrazione salariale autorizzate nella nostra provincia dal 2004 in avanti. La linea sottile che rappresenta il trend mostra come dopo il picco del 2009 ci si stia muovendo verso una certa stabilizzazione.

Figura 6.12 - Ore di integrazione salariale autorizzate in provincia di Sondrio - totale ore. Dati per trimestre 2006/2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

6.12

 

La figura 6.13 mostra invece la ripartizione per settore e mostra la crescita di ricorso alla CIG per l'industria a partire dall'inizio della crisi (ultimi trimestri del 2008) con crescita esponenziale nel 2009 e andamento altalenante negli ultimi trimestri, l'andamento ciclico dell'edilizia con la riduzione dell'ultimo periodo, e il ricorso alla Cassa Integrazione per il commercio e terziario e per altre attività in deroga nel 2009, prima in aumento, per effetto della crisi economica, e poi con un certo rallentamento.

Figura 6.13 - Ore di integrazione salariale autorizzate per settore in provincia di Sondrio - totale ore.Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

6.13

 

La stessa figura 6.13 presenta anche le linee di trend (tratteggiate) così da rendere nulla la componente stagionale. Possiamo rilevare che, nonostante il valore registrato, il trend rimane in calo per l'industria, mentre per l'edilizia il trend dopo un calo nella prima parte del 2010 si mantiene stabile. Le linee della CIG per il terziario e la cassa in deroga hanno certamente trend in crescita anche se i valori registrati negli ultimi periodi segnano valori in calo.

Con la figura sotto osserviamo l'andamento del ricorso alla CIG (per mese) per tutto il 2009 e tutto il 2010 (figura 6.14).

Figura 6.14 - Totale ore di integrazione salariale autorizzate in provincia di Sondrio - anni 2009 e 2010 - dati mensili. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS Sondrio

6.14

 

Osservando i dati relativi alla gestione ordinaria, le ore autorizzate nel 2010 sono state 749.246

(in calo del 19% rispetto al 2009 quando il totale era stato di 927.016 ore, di cui il 54,4% all'industria e il 46,6%, all'edilizia.

Il totale delle ore di gestione straordinaria[7], nel 2010 in provincia segna un totale di ore autorizzate pari a 277.179 ore con un aumento dell'11,4% sul 2009, destinate nella quasi totalità ad imprese dell'industria (solo 1.274 ore ad imprese del terziario).

La figura 6.15 sotto mostra il ricorso alla CIGS nel 2009 e 2010. Il valore congiunturale registrato nell'ultimo periodo è in netta diminuzione e la linea tratteggiata mostra una stabilizzazione.

Figura 6.15 - Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) - provincia di Sondrio - dati trimestri 2006/2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS

 

6.15

La Cassa Integrazione Guadagni in Deroga ha registrato nel 2010 un totale di ore pari a 444.609 in aumento, di circa 7 volte rispetto al 2009, quando le ore registrate erano state 60.722. Circa il 52% del totale di queste ore è stato per l'industria, il 21% per altre attività, il 15% per il terziario e il 10% per l'edilizia. Questa situazione lancia un campanello d'allarme e richiede molta attenzione e monitoraggio, per i delicati risvolti sul piano occupazionale, sempre più vicini, vista la temporaneità degli ammortizzatori sociali. La figura 6.16 sotto mostra l'andamento nel ricorso alla cassa in deroga da quando è stata resa disponibile lo scorso anno in aprile.

Figura 6.16 - Cassa Integrazione in deroga - provincia di Sondrio - dati 2009 - 2010. Fonte: elaborazione CCIAA Sondrio su dati INPS

6.16

 

Il fabbisogno di personale espresso dalle imprese in provincia di Sondrio

Il sistema Excelsior permette di ricostruire annualmente il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni formativi e professionali espressi dalle imprese e dà quindi indicazioni importanti per azioni di policy e di programmazione, oltre a fornire un termometro della percezione della situazione occupazionale e delle relative aspettative in un dato periodo.

La tabella che segue, e che riporta la percentuale di imprese (in quota sul totale) che prevedevano assunzioni nel 2010, mostra che le previsioni di assunzioni da parte delle imprese valtellinesi, - sia pure previsioni effettuate in un momento buio della crisi perché nel pieno del 2009 - erano superiori (in quota sul totale) a quelle previste rispetto al valore relativo della Lombardia e dell'Italia.

Figura 6.17 - Imprese che prevedevano assunzioni nel 2010 per classe dimensionale, settore di attività in quota % sul totale. Fonte: Unioncamere; Sistema Informativo Excelsior 2010

6.17

 

Diventa importante considerare in maggiore dettaglio le dinamiche legate più direttamente al capitale umano, quali la richiesta per formazione e titolo di studio che quindi si lega anche all'inserimento dei laureati in provincia e la difficoltà di reperimento delle figure professionali.

Figura 6.18 - Assunzioni previste dalle imprese nel 2010 per livello di istruzione. Fonte: Unioncamere; Sistema Informativo Excelsior 2010

6.18

 

Rileviamo che in provincia di Sondrio per il 2010 erano previste dalle imprese circa 2.000 assunzioni non stagionali, (ne erano state previste 2.120 per il 2009). Osserviamo quindi che la previsione di assunzioni si riduce dal 2009 al 2010 sicuramente anche per effetto della percezione della crisi economica.

Dal punto di vista del livello di istruzione segnalato dalle imprese, possiamo notare che insieme a Cremona e a Lecco, Sondrio assorbe una fra le più basse percentuali di laureati richiesti dalle imprese (9,5% del totale delle assunzioni previste di laureati), mentre il dato medio lombardo è del 17,9% con Milano e Monza Brianza ben sopra la media e rispettivamente 24,1% e 20,3%. La richiesta di personale laureato era per il 9,5% del totale delle assunzioni previste, stabile rispetto all'anno precedente quando era 9,6%.

Osserviamo che la maggioranza di assunzioni previste è per diplomati (36,5%) e per titolari di qualifica professionale (24,4%) e che per un'assunzione su 5 si prevedevano difficoltà di reperimento.

Andando ad incrociare le previsioni effettuate dalle imprese con i dati di flusso sulle nuove assunzioni effettuate nel 2010[8] per qualifica professionale, così da verificare cosa è successo in realtà, sembra che l'inserimento di personale laureato si sia ben mantenuto in linea con le previsioni nonostante la crisi e sia stato anche leggermente superiore alle previsioni. Certamente il fatto di inserire personale laureato non esaurisce le possibili esigenze di ulteriore formazione giudicate dalle imprese, ma può comunque ascriversi ad una volontà di valorizzazione e attrazione di capitale umano come elemento su cui puntare per guardare oltre la crisi verso nuove opportunità e verso una riorganizzazione in ottica innovativa.

Nella ricerca "Giovani e Adulti Economia e lavoro", condotta dal Prof. Quadrio Aristarchi per la Fondazione Credito Valtellinese, è emerso che in provincia mancano diplomati che le imprese assorbirebbero, mentre sono molti i laureati che lasciano la Valtellina con la speranza di impiego fuori più consono alla propria preparazione, spesso non sapendo che sono tante le aziende disponibili ad assumere personale qualificato (soprattutto se con laurea ad indirizzo tecnico o scientifico).

Fra i profili professionali molto richiesti che spesso le aziende faticano a reperire nel nostro territorio, sono risultati:

  • esperto fiscale;
  • programmatore informatico;
  • progettista meccanico ed elettrico;
  • educatore professionale;
  • sviluppatore di software;
  • infermieri (ma anche altro personale sanitario come tecnico di radiologia, anestesista...);
  • addetto alla contabilità e all'amministrazione.

Il fatto che a Sondrio ci sia un surplus di laureati ed una carenza di diplomati rispetto al fabbisogno espresso dalle imprese porta alla necessità di svolgere delle riflessioni per proporre azioni volte alla valorizzazione del capitale umano presente sul territorio e anche alla volontà di rendere il territorio più attrattivo per capitale umano qualificato proveniente da fuori.

E' evidente il trend in crescita degli iscritti all'Università e dei laureati e sempre più critico il dato secondo cui quasi la metà dei laureati valtellinesi è occupato fuori provincia.

I percorsi di orientamento, per le scuole, diventano sempre più importanti e iniziative come "la Provincia orienta"- con la collaborazione di istituzioni, enti e associazioni del territorio - diventano sempre più preziose per convogliare informazioni sull'offerta formativa universitaria ma poi anche sulla struttura del mercato del lavoro a livello provinciale così da agevole una scelta consapevole per l'individuazione di un progetto di vita per gli studenti, che spesso non conoscono davvero il tessuto locale e le opportunità occupazionali presenti sul territorio e decidono di abbandonarlo a priori. A questo gap di conoscenza rispondono iniziative come quelle "Io lavoro qui" della Società di Sviluppo Locale, soggetto che si è anche occupato di commissionare studi per analizzare e offrire una valutazione del capitale umano in provincia.

D'altro canto, è importante anche spingere sulle imprese, affinché diventi sempre più forte la consapevolezza della necessità di innovare a trecentosessanta gradi e trovare nuove nicchie per la propria attività. Le vie dell'aggregazione e dell'innovazione sono quelle che segnano la strada del futuro per le nostre imprese e quelle più flessibili, capaci di aggredire nuovi mercati e scoprire nuove opportunità saranno le favorite. In questo, le persone e quindi il capitale umano giocano un ruolo centrale.

Ecco quindi uno dei compiti del Polo dell'Innovazione nel favorire la diffusione della cultura dell'innovazione e nel supportare lo sviluppo di nuove iniziative knowledge-based che possano fare da volano per la creazione e sviluppo di altre iniziative d'impresa, interessante bacino per nuove professionalità da spendere sul territorio.

Inoltre si dovrebbe ripensare anche a figure professionali più in linea con le caratteristiche del mercato locale.

Nel 2010 infatti la Camera di Commercio di Sondrio ha proposto la seconda edizione del bando "L@urIMP 2010 - Laureandi/laureati nelle micro, piccole e medie imprese". In continuità con il bando del 2009 sono previsti contributi alle micro, piccole e medie imprese della provincia di Sondrio per sostenere l'inserimento di laureandi e laureati per lo sviluppo di progetti di innovazione, marketing e internazionalizzazione. Con una disponibilità finanziaria di 110 mila euro l'Ente camerale intende favorire il rinnovamento e l'innovazione degli assetti organizzativi interni alle aziende per creare contesti favorevoli all'avvio di processi di innovazione e di internazionalizzazione attraverso l'inserimento di risorse umane qualificate. Il successo del bando sui laureati in impresa evidenzia come gli imprenditori stiano puntando sul miglioramento della qualità del proprio organico per avvalersi di nuove competenze e professionalità. Si tratta di un'iniziativa importante che avvicina il mondo della formazione e quello del lavoro. A questo proposito e proprio nella volontà di favorire innovazione e competitività del territorio, possiamo ricordare il ruolo svolto in questo ambito dal Polo per l'Innovazione provinciale nel veicolare progetti di questo tipo, operando quindi in sinergia per promuovere la valorizzazione del capitale umano.

Accanto a questa possibilità di avere laureati in impresa, dovrebbero essere sviluppate maggiormente connessioni con le Università perché si possano potenziare ulteriormente opportunità di stage in impresa, tesi di laurea e dottorati in impresa. In questo modo si potrebbe aprire la possibilità di sviluppare innovazioni di prodotto e di processo, ad elevato valore aggiunto per l'impresa. Anche iniziative di aggregazione e di sviluppo congiunto di attività su questa linea potrebbero essere potenziate in un'ottica di lavoro in rete che nella realtà quotidiana di open innovation diventa sempre più critico e sempre più imprescindibile.

Con iniziative integrate ad ampio raggio poi, incentrate su innovazione e dimensione internazionale, si dovrebbe cercare di intercettare quella fetta di neolaureati e anche di coloro che con anni di esperienza potrebbero decidere di rientrare - o di trasferirsi con la famiglia - in Valtellina con il loro bagaglio di esperienza e rete di relazioni professionali significative.

Questo tema si lega certamente a quello dell'attrattività del territorio, che è fatta dalle potenzialità ancora inespresse, dalle competenze radicate e consolidate, dall'agire comune dei suoi attori nel facilitare insediamento e sviluppo di nuove attività così come dall'accoglienza da parte della comunità locale; è in questo senso che è necessario sviluppare in modo coordinato un percorso strategico per rendere la realtà locale un fulcro di idee, conoscenza, sviluppo, capitali, persone.

I riferimenti nello Statuto Comunitario e qualche confronto con le province alpine

Anche lo Statuto Comunitario non dimentica il ruolo dell'educazione e della formazione quale riferimento fondante e processo che integra l'istruzione con la trasmissione di valori umani ed etico civili (Art. 8). Il valore dell'educazione è fondante ed è la chiave di trasmissione dell'identità di una comunità; è per questo che una delle prime attività che i soggetti promotori dello Statuto - SEV e Vivi le Valli - in collaborazione con altri soggetti, hanno avviato è stato un concorso nello scuole avente come oggetto la conoscenza e diffusione dello Statuto. Inoltre, sul tema del capitale umano, l'art. 4 sottolinea l'importanza di avviare relazioni internazionali che permettano di attirare in valle risorse umane qualificate per uno sviluppo knowledge based e orientato alla sostenibilità e all'innovazione. E' in questo senso che nello Statuto vien visto con plauso il Polo dell'Innovazione quale centro importante nel compito di promuovere la valorizzazione del capitale umano.

Se confrontiamo la situazione della provincia di Sondrio con quella delle altre province alpine nella prospettiva della formazione, lavoro e capitale umano possiamo osservare che in merito alla scolarizzazione media della popolazione, Sondrio si pone in una posizione intermedia e poco al di sotto di Aosta, con un valore dell'8,3%, mentre è Trento la provincia con la presenza più alta di popolazione con titolo di studio universitario (11,2%), da ricollegarsi anche alla tradizione universitaria della città.

Figura 6.19 - Popolazione con titolo di studio universitario e superiore (% sulla popolazione oltre i 15 anni, media 2008). Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

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Per poter poi fare delle considerazioni che si legano anche all'apertura di un territorio ed alla sua attrattività in termini di sviluppo del capitale umano, un dato che può essere considerato nel confronto è quello legato alla presenza di studenti non italiani nelle scuole.

Figura 6.20 - Numero di alunni con cittadinanza non italiana. Totale (valori percentuali). Anno scolastico 2008/2009. Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

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Osserviamo che è Trento a posizionarsi al top della graduatoria fra le province alpine, mentre Sondrio è fanalino di coda con una percentuale di studenti stranieri pari al 4,4% del totale, con un valore ben più basso anche di realtà alpine fra le più simili a Sondrio, quali Belluno e Verbania.

Questo dato offre un'indicazione dell'apertura della provincia in termini anche di localizzazione geografica e maggiore o minore difficoltà d'accesso. In relazione allo sviluppo del capitale umano sarebbe opportuno considerare anche la provenienza di questi studenti per la circolazione di capitale umano qualificato e relativa cross-fertilisation.

Con riferimento alle specifiche esigenze di formazione e di organizzazione della scuola in un contesto montano possiamo ricordare che la Provincia di Sondrio negli ultimi anni ha presentato - insieme alle Province di Belluno e di Verbania - un documento sul tema "Una scuola a misura di montagna" al Ministero dell'Istruzione con riferimento alle specificità dei comuni montani. Dal confronto con queste altre realtà possono essere anche condivisi esempi di sistemi formativi di qualità collegati anche alle opportunità occupazionali presenti sul territorio in connessione con le specificità dello stesso.

Infine, per dare un confronto sul tema dell'occupazione, osserviamo, riguardo alle persone in cerca di lavoro per provincia dal 2004 al 2010 che la performance migliore è quella di Belluno, con un aumento però nel 2009 - data la forte apertura internazionale che ha portato a risentire molto e immediatamente degli effetti e della contrazione dovuta alla crisi - ma con un dato stabilizzatosi per il 2010. Nel 2010 si registrano significativi aumenti a Sondrio, a Trento e a Verbania.

Figura 6.21 - Serie storica delle persone in cerca di occupazione (2004-2010). Dati in migliaia. Fonte: ISTAT; Istituto Guglielmo Tagliacarne

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Figura 6.22 - Tasso di disoccupazione (2004-2009). Fonte: ISTAT; Istituto Guglielmo Tagliacarne

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Tutte le province di fatto rispecchiano l'andamento registrato a livello nazionale, anche se con una performance migliore; la disoccupazione in tutte le province è, infatti, significativamente minore rispetto al dato nazionale.

La provincia che registra performance migliore è Bolzano, che nell'ultimo anno registra disoccupazione in calo, seguita da Belluno, che ha avuto per tre anni una disoccupazione più bassa anche di quella registrata a Bolzano, ma con un aumento netto di disoccupazione fra 2008 e 2009 legato al crollo dell'export (vista la forte propensione all'export di Belluno, pari al 51,3%) e fondamentalmente stabile nel 2010. Sondrio si colloca in posizione intermedia di fatto fino al 2009. Tra 2009 e 2010 Sondrio registra un significativo aumento della disoccupazione, pari a circa due punti percentuali, per l'effetto registrato nel 2010 della crisi sull'occupazione.

*

NOTE

  • [1] Cfr. Report "Quick" - Formaper

    [2] Dato calcolato come media dei primi tre trimestri 2010; dato Istituto Tagliacarne

    [3] Dato Istituto Tagliacarne da fonte Istat

    [4] Dati Provincia di Sondrio

    [5] Il settore terziario comprende il commercio e gli altri servizi

    [6] Ci riferiamo qui agli addetti monitorati in SMAIL

    [7] Ricordiamo che la CIGS, proprio per la sua natura straordinaria, può essere considerata più indicativa dello stato di crisi delle aziende

    [8]Dati Provincia di Sondrio