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Uno statuto comunitario per la Valtellina

SEZIONE 3

Prefazione

statuto

di Alberto Quadrio Curzio

1.Com'è nato lo «statuto»?

«lo Statuto Comunitario per la "Valtellina". Un progetto della Sussidiarietà» si colloca tra un passato storico da rivisitare, un presente da interpretare, ed anche da capire, un futuro da progettare. esso nasce da una intuizione, da una determinazione, da una riflessione.
l'intuizione è quella che lo scrivente avanzò nel Volume Valtellina Profili di sviluppo. Una provincia tra identità e innovazione. 2000-2010 1, con la proposta "che la Valtellina si dia uno 'Statuto comunitario' che utilizzando innanzitutto il principio di sussidiarietà fissi nella 'Pergamena', e non sulla 'Gazzetta Ufficiale', una identità di Valle alpina italoeuropea per il XXi secolo".
la determinazione è quella della Società economica Valtellinese (SeV) e di Vivi le Valli che hanno proposto di passare dall'intuizione alla elaborazione dello Statuto comunitario con una ricerca da svolgere presso il Centro di ricerche in Analisi economica della Università Cattolica diretto dallo scrivente.
la riflessione è quella condotta dallo scrivente e da altri docenti Universitari della Facoltà di Scienze Politiche e del Centro citato della Università Cattolica2 che ha portato alla pubblicazione di un volume dal titolo con cui si apre questa Prefazione3.

 

2. Uno studio approfondito alla base dello «Statuto»

il volume «lo Statuto Comunitario per la "Valtellina"», già pubblicato e già presentato in un Convegno a Sondrio il 5 giugno del 2008, è composto da due parti: la Parte Prima riguarda «le fondamenta storiche, economiche e istituzionali per uno Statuto»; la Parte Seconda riguarda
«Uno Statuto e la sua sperimentazione nella democrazia partecipativa».
la Parte prima riguarda le fondamenta dello Statuto comunitario. ovvero verifica se l'intuizione originaria fosse sostantivabile sotto i profili storico, economico e istituzionale. essa si è articolata in quattro saggi che presentano rispettivamente i profili dottrinali e fattuali dal punto di vista storico, economico, giuridico-istituzionale sia europeo che italiano. Da questa analisi si deduce che è configurabile una "Comunità Valtellinese" tale da legittimare la elaborazione di uno Statuto.
la Parte seconda riguarda la formulazione dello Statuto comunitario, che sintetizza il passato, valuta il presente e progetta un possibile futuro per la Provincia di Sondrio. lo Statuto ha la caratteristica di indicare principi generali e progetti di sviluppo, che incorporano orientamenti operativi.
esso è accompagnato da una parte relativa a "Strumenti di Monitoraggio per la Valtellina", la cui applicazione dipenderà dapprima dalla collaborazione dei testimoni privilegiati che potranno essere interpellati e poi dalla disponibilità dei Soggetti cui spettano le competenze decisionali ad utilizzarne i risultati.

 

Nel presente fascicolo viene ripubblicata solo la Parte seconda del volume al quale viene tuttavia lasciata la titolazione dell'intero volume con un nuovo sottotitolo. lo scopo di questa pubblicazione parziale è infatti duplice: da un lato facilitare un'ampia divulgazione de "lo Statuto Comunitario per la Valtellina", che non sarebbe stata possibile attraverso un corposo volume; dall'altro promuovere una condivisione ampia ed attiva («Attuare la Sussidiarietà») senza la quale l'iniziativa rimarrebbe confinata alla riflessione utile ma non operativa.

 

3. Sussidiarietà, solidarietà, sviluppo: alcuni principi della democrazia

le categorie concettuali ed operative (sussidiarietà, solidarietà, sviluppo, sostenibilità) su cui è stato costruito tutto lo «Statuto» sono note nel loro significato generale ad ogni lettore mediamente colto.
non bisogna però dimenticare che le stesse hanno dei fondamenti in dottrine istituzionali, economiche, politiche e sociali che sono state calati storicamente nella concretezza temporale e territoriale di molti sistemi democratici.
Anche lo scrivente ha contribuito a tali dottrine con molti studi4.
Credo tuttavia sia utile qui un breve richiamo a tali categorie con riferimento al contesto europeo e a quello italiano, cioè alle entità istituzionali dentro le quali anche la nostra piccola Provincia di Sondrio deve concettualmente collocarsi guardando "lontano" per operare nel "vicino".
e' noto come in italia sono da anni in corso riforme costituzionali più o meno condivisibili. nel 2001 è stato modificato il titolo V (le Regioni, le Province, i Comuni)

della Costituzione mentre sono in corso elaborazioni istituzionali per attuare il federalismo fiscale. l'articolo dal quale partire è il 118 comma 4, riportato nel seguito, che va collocato nel più ampio contesto reso evidente dalla rappresentazione sotto presentata. Perché noi siamo convinti che l'italia abbia sue proprie caratteristiche, distintive anche da alcune altre democrazie europee, che devono essere valorizzate. l'italia è unita nella cultura e nel popolo ma ha anche una forte connotazione Regionale e locale. l'italia ha una forte capacità di intrapresa economica ma ha anche una marcata vocazione solidaristica. Questi sono gli ingredienti per avere uno sviluppo al quale i cittadini partecipino come attori.


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In particolare merita enfasi il ruolo del principio di sussidiarietà, dal 2001 sancito dalla nostra Costituzione e dai trattati europei.
nella interpretazione che lo scrivente ha dato in molti suoi studi5 tale principio regola nella sua versione "orizzontale" l'attribuzione di funzioni alle istituzioni, alla Società, alla economia. e, all'interno di questi grandi operatori, distribuisce le competenze "verticali" tra i diversi soggetti.
Compito delle istituzioni è quello di produrre beni pubblici tra cui spiccano la giustizia, la difesa, la moneta, la sicurezza ed una serie di servizi pubblici che vengono pagati con la fiscalità. Dentro il grande operatore "istituzioni" vi sono molti Soggetti (Unione europea, Stato nazionale, Regioni, Comuni) a ciascuno dei quali spettano dei poteri e delle funzioni. Così, per esemplificare, mentre oggi il potere sulla moneta spetta alla Banca centrale europea e quindi alla Unione economico-Monetaria europea, all'articolo 117 della Costituzione italiana sono elencati tutte le materie su cui lo Stato ha la potestà legislativa esclusiva e quella concorrente con le Regioni con riferimento alle quali la Costituzione enuncia: "Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato". l'articolo 118 della Costituzione a sua volta enuncia: "le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metro politane, Regioni e Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza".
Compito della società è quello di produrre i beni sociali, anche se nel contesto italiano per un lungo periodo il ruolo della società nella produzione di beni sociali è stato sottovalutato. i beni sociali non sono facili da connotare. essi sono prodotti da soggetti sociali ma anche da soggetti che vivono sul confine società/istituzioni, come per esempio taluni istituti scolastici, e sul confine tra società/ mercato, come per esempio le cooperative. i beni sociali si caratterizzano per le seguenti qualità: non si scambiano sul mercato; hanno un costo e hanno un valore, ma non obbligatoriamente hanno un prezzo e comunque il prezzo non è necessariamente commisurato al costo. i soggetti che producono beni sociali non perseguono il profitto ma l'efficienza che però non è quella di mercato. inoltre i soggetti sociali che operano nella società sono caratterizzati da una forte prossimità alla persona, al gruppo sociale, alla famiglia come espressioni tipiche della società. e spesso i beneficiari e gli erogatori non sono del tutto distinti.
Compito dell'economia è di "produrre" i beni economici. i beni economici si caratterizzano con molta semplicità: l'impresa è il soggetto fondamentale sul lato dell'offerta nel mercato dove la domanda è espressa dai consumatori e da altre imprese; il profitto è l'obiettivo irrinunciabile dell'impresa, perché senza profitto non si produce crescita e senza profitto non si misura l'efficienza di mercato. i prezzi e le quantità sono grandezze essenziali di riferimento e naturalmente le imprese e i consumatori sono soggetti distinti. Questa è la tipologia più semplice del bene economico prodotto dall'impresa che opera nel mercato.
in italia lo Stato ha prodotto troppi beni sociali ed economici nel periodo dell'assistenzialismo-dirigista. Da quasi tre lustri il nostro Paese sta cercando un nuovo modello che oscilla tra dirigismo e liberismo. Questo problema si riproduce a monte nei rapporti tra istituzioni e società. infatti molti beni prodotti dalle istituzioni, dallo Stato ma anche dalle Regioni e dai Comuni, possono essere prodotti da Soggetti sociali purché siano chiari i criteri di comportamento e i fini da perseguire: quindi efficienza sì, profitto no; valore sì, prezzo no, servizio sì, mercato no.
Sul confine tra istituzioni e società la questione è molto complessa e spesso possono coesistere soggetti istituzionali e soggetti sociali che producono gli stessi beni. il problema è misurare che questi soggetti producano beni qualitativamente validi e che non li vendano per fare profitto, perché questa non è una caratteristica di questi beni.
Affinché ciò avvenga sono necessari sistemi di regolazione, autorità indipendenti, misure della performance, professionalità, risultati in termini di servizio. laddove i soggetti sociali producono beni sociali controllati, verificati, che ci fanno risparmiare risorse e servono allo stesso modo il bene pubblico e il bene comune, secondo me è una soluzione importante e da perseguire anche perché il soggetto sociale ha una vivacità che spesso il soggetto pubblico non ha.
i Soggetti intersezione tra l'economico e il sociale compongono un universo complesso che ha dato molto all'italia ma che viene visto forse con una certa diffidenza sia dalle istituzioni che dal mercato che ne temono la "concorrenza". la storia italiana ne dimostra invece la continua vitalità espressa soprattutto dalle cooperative e dalle associazioni di imprese.
L'iniziativa del nostro «Statuto» parte dalle Associazioni. Cioè dalla Società, e si rivolge alle istituzioni (Provincia e Municipalità) e all'economia, al fine di rendere un servizio ai cittadini che sono i beneficiari ultimi. essa si colloca dunque su solidi fondamenti istituzionali e costituzionali.

4. La Comunità Valtellinese

iniziando questo lavoro mi sono posto le seguenti domande come Valtellinese e le ho poste sia ai colleghi universitari che avevano accettato di collaborare con me sia ai convalligiani che hanno partecipato ai dibattiti preparatori:
è esistita ed esiste ancora questa «identità comunitaria della Valtellina»? Come la si può recuperare, preservare e promuovere senza cadere negli estremi del localismo e della chiusura da un lato e senza l'annullamento di un senso d'appartenenza culturale e sociale dall'altro? Come
è possibile combinare l'aspirazione ad un crescente benessere con la salvaguardia di costumi civili ed ambientali di una Valle Alpina?
la risposta è stata questo Statuto per la Valtellina che da un lato si ispira ad una antica pratica di autodeterminazione di civile convivenza delle Comunità locali e dall'altro si radica nella dottrina della sussidiarietà che ha almeno quattro secoli di storia. ed infine, lo ripetiamo, trova riconoscimento nell'articolo 118, comma 4, della Costituzione italiana riformata nel 2001 ove si afferma: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».
Questi grandi principi sono stati tradotti qui nel concreto con riferimento alla «Comunità Valtellinese» nella convinzione dimostrata che la stessa sia stata espressione storica di una identità unitaria della Valle dell'Adda e della Valle del Mera (la Valchiavenna) racchiuse nella Provincia di Sondrio.
lo Statuto aspira perciò ad essere "carta dei valori" idonea ad esprimere l'identità Comunitaria delle Valli della Provincia di Sondrio ma anche "orientamento strategico" per lo sviluppo. esso ha dunque scopi ricognitivi per dare orientamenti prescrittivi nella misura in cui i Soggetti Associati allo Statuto medesimo lo condivideranno e si impegneranno a promuoverlo.
lo Statuto orienta ad uno sviluppo sostenibile dell'intera Provincia di Sondrio, affinché la stessa, evitando una deriva quantitativa che ha già lasciato solchi profondi nel territorio e nei costumi civili, abbia a caratterizzarsi per una crescente qualità. il livello di benessere raggiunto in virtù della operosità e della parsimonia della popolazione consente e richiede adesso un cambiamento nel paradigma di sviluppo di questa Valle Alpina, che è ad un tempo area territoriale decentrata e cerniera di confine.
Su questi orientamenti si erano già radicate molte ricerche dello scrivente a partire dal 1984, poi accentuatesi dal 1987 dopo la alluvione6.
Una iniziativa di particolare rilevanza si ebbe nel 1993 con la fondazione della Società economica Valtellinese (SeV) che è nata ed ha operato primariamente con sostegno sia delle due banche popolari cooperative della Provincia di Sondrio sia di enti e soggetti pubblici e privati. Ma la SeV non avrebbe potuto radicarsi se non ci fosse stato sia il contributo di coerente riflessione, anche progettuale, che dura ormai da 15 anni di studiosi ed operatori, sia la loro convinzione che la Valtellina era ormai arrivata ad un punto di svolta e di scelta oltre il quale il suo futuro sarebbe sceso verso una periferia metropolitana piuttosto che salire verso una Valle Alpina europea.
Questa base ha fornito un riferimento essenziale per elaborare il presente Statuto al quale ha dato il proprio apprezzabile appoggio il Consorzio Vivi le Valli.
Questi soggetti associativi hanno chiaramente palesato la propria preoccupazione, che noi manifestiamo da quasi 20 anni, che la Valtellina degradi in una, forse inconsapevole, dinamica nella quale gli interessi di breve periodo dei singoli prevalgano. Perché se nel passato una crescita quantitativa può in parte essere spiegata per la necessità di uscire dalla indigenza che per molti anni ha caratterizzato la Provincia di Sondrio, ciò non è più giustificabile al momento presente avendo ormai la Provincia raggiunto un livello di benessere che la posiziona ai vertici di quelle italiane.
Con la SeV e Vivi le Valli si è così concretizzata nella elaborazione dello Statuto una collaborazione tra studiosi che in piena indipendenza hanno colto istanze locali il cui contributo avrà modo di manifestarsi ulteriormente nelle fasi dei dibattiti e delle proposte applicative che seguiranno allo Statuto se lo stesso avrà successo.
Anche per queste prese di posizione noi speriamo tuttora vivamente che storia ed istituzioni, tradizione e innovazione, identità e progettazione, sappiano ricostruire, in valori ed in progetti operativi, la «Comunità Valtellinese».

Alberto Quadrio Curzio

Presidente Comitato Tecnico della SEV

*

NOTE

  • 1edito nel 2004 nella Collana Socio-economica del Credito Valtellinese e pubblicato dalla Casa editrice Franco Angeli. in questa Collana sono già stati pubblicati altri due volumi della serie Valtellina. Profili di sviluppo nel 1993 e nel 2008.

    2- Agostina Cabiddu, Paolo Colombo, Guido Merzoni, Andrea Santini, Roberto Zoboli.
    3- edito nel 2008 nella Collana della Società economica Valtellinese e pubblicato dalla Casa editrice Franco Angeli.

    4- tra i quali ci sia consentito citare, Quadrio Curzio A. (2002), Sussi- diarietà e sviluppo: paradigmi per l'Europa e per l'Italia, Milano, Vita e Pensiero. 2002

    5- Si vedano tra i molti, Quadrio Curzio A. (2007), Riflessioni sul liberalismo comunitario per lo sviluppo italiano, in A. Quadrio Curzio e M. Fortis (a cura di), Valorizzare un'economia forte. L'Italia e il ruolo della sussidiarietà, il Mulino, Bologna, 2007, pp. 361-387; id. (2007) L'unione fa la forza: piccole imprese, grandi distretti, in G. Vittadini (a cura di), La ragione esigenza di infinito, Mondadori Università, Milano, 2007, pp.

    205-214; Quadrio Curzio A. e Fortis M. (2005), L'economia italiana tra sviluppo, declino, innovazione, in Fondazione per la Sussidiarietà (a cura di), "Un "io" per lo sviluppo", edizioni BUR, Milano, pp.93-163.

    6-Cfr. A. Quadrio Curzio (1989), Valtellina. Ricostruzione e nuovo sviluppo, Giuffrè, Milano.